Se mio figlio ha un disturbo di linguaggio, devo togliere una lingua?
“Salve, mio figlio ha 3 anni. Viviamo a Londra, mio marito è
Inglese e io sono Italiana. Avevo notato che mio figlio parla
di meno dei suoi compagni, poi le maestre mi hanno consigliato
una valutazione del linguaggio. La logopedista ha detto che ha un disturbo di linguaggio.
Devo smettere di parlare Italiano a mio figlio?
Potrebbe essere confuso?”
– Chiara
La domanda di Chiara è una delle domande più frequenti che alcuni genitori bilingui si chiedono.
Crescere il proprio figlio bilingue, anche se molto comune, non è sempre facile.
Sono molte le incognite… starò facendo la cosa giusta? Lo starò sovraccaricando di informazioni?
Oppure, (inserire nome di conoscente so-tutto-io) mi ha raccomandato di non parlare due lingue quando è cosi piccolo, ché se no si confonde.
Nei casi in cui il bambino ha una diagnosi di disturbo – o disordine – di linguaggio, poi… Le domande si moltiplicano ancora.
Sappiamo tutti come è difficile imparare una lingua differente dalla nostra, e se è difficile per un adulto, figuriamoci per un bambino, no? Quindi se mio figlio ha un disturbo di linguaggio dovrei togliere una lingua?
In realtà – No, non dovresti!
Vediamo perché:
Quando un bambino ha difficoltà con linguaggio e comunicazione, questo è a prescindere dalle lingue alle quali è esposto.
E’ come se il linguaggio fosse un grande ombrello, e le singole lingue stessero sotto l’ombrello.
Se il bambino ha difficolta con il linguaggio (l’ombrello), il problema non sono quante lingue ci sono sotto, ma l’ombrello stesso…
Ed è proprio per questo che le raccomandazioni di togliere una lingua non sono corrette:
Togliere una lingua non migliora l’altra lingua, non risolve il disturbo di linguaggio, anzi: il bambino, che prima aveva due risorse che potevano essere sfruttate per la riabilitazione del linguaggio, ora ne ha persa una.
Inoltre, chiedere ai genitori di parlare una lingua che non sanno alla perfezione, con la quale non si sentono a proprio agio (oltre che una forzatura) non è ideale perché il bambino sarebbe esposto ad una forma di linguaggio non corretta.
Altro motivo?
La maggior parte dei bambini bilingue ha alcuni membri della famiglia (per esempio i nonni, gli zii, ed altri) che non parlano una delle due lingue.
Togliere una lingua vuol dire privare al bambino di una delle relazioni sociali più importanti dell’infanzia, quella con la famiglia.
Quindi, cara Chiara, dormi sonni tranquilli: non devi smettere di parlare Italiano a tuo figlio.
Per i genitori di famiglie bilingue che hanno un bambino con disturbo di linguaggio, il consiglio d’oro è… continuare a parlare la lingua con la quale vi sentite più a vostro agio.
E, se possibile, accedete a un servizio di logopedia bilingue, che sarà mirato a potenziare il linguaggio del bambino in entrambe le lingue.
Lo so, i logopedisti bilingui sono pochi, e non sempre e possibile accedervi!
Nessun problema!
Nel caso in cui il logopedista sia monolingue, la parola chiave è collaborazione tra logopedista e famiglia.
E come si fa? Semplice!
Le attività che il logopedista svolge in seduta sono mirate a riabilitare degli aspetti del linguaggio, che prescindono da quale lingua si usi.
Questi aspetti hanno a che fare con l’attenzione, la memoria, l’aspetto sociale, il problem-solving… e naturalmente gli aspetti del linguaggio, uno tra i quali è il vocabolario.
Se le stesse attività sono ripetute a casa, nella seconda lingua del bambino, è possibile:
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Riabilitare entrambe le lingue
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Ripetere il concetto (ché si sa, repetita iuvant, soprattutto in riabilitazione)
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Stabilire delle connessioni tra le due lingue.
(Puoi accedere a maggiori informazioni leggendo questo articolo scientifico)
Facciamo un esempio:
Se un bambino ha una difficoltà con il vocabolario (ad esempio non conosce tutti i colori), e durante la seduta si introducono tutti i colori in Italiano, a casa si possono tradurre e ripetere i colori sia in Italiano che in inglese.
In questo caso si può scoprire che Rosso e Red iniziano con lo stesso suono, che Arancio e Orange si chiamano cosi perché prendono il nome dal frutto in entrambe le lingue, e che invece le parole Verde e Green non si somigliano per niente, ma vogliono dire la stessa cosa.
Vi lascio con questo detto cinese:
Parlare due lingue è avere una finestra in più da cui guardare il mondo.
A presto, ciao!
Per maggiori informazioni, clicca su questi link:
– Ragioni per cui togliere una lingua è una cattiva idea: qui
– Domande comuni di genitori bilingui e risposte: qui
Riferimenti/Bibliografia:
Kohnert, K., et al. (2020) “Language Disorders in Bilingual Children and Adults” Page 190-194
Cordero, Kelly Nett, and Kathryn Kohnert. “Home language support for English language learners with communication disorders.” California Speech-Language-Hearing Association (CSHA) Magazine 36 (2006): 5-7.