Disturbo del linguaggio, cos’è?
Circa il 10 % dei bambini in età prescolare ha delle difficoltà più o meno gravi a comunicare. Una delle possibili cause di una difficoltà di comunicazione è il disturbo del linguaggio. Ma cos’è?
In questo articolo andremo a vedere alcune caratteristiche del disturbo del linguaggio e come riconoscerlo nei nostri figli.
Il disturbo del linguaggio (o Disturbo Specifico di Linguaggio – DSL) si manifesta con difficoltà di comprensione e/o produzione del linguaggio in assenza di altre cause cognitive o fisiologiche (come potrebbero essere un disturbo dello spettro autistico, una sordità o un problema anatomico di lingua o palato).
In questo disturbo, le due componenti del linguaggio possono essere affette: lo “speech”, cioè l’abilità di distinguere ed articolare determinati suoni per formare delle parole; e il “language”, cioè l’abilità di capire e produrre parole, frasi e discorsi.
Una difficoltà con lo speech potrebbe essere la “R moscia” (rotacismo) caratterizzata dalla mancata vibrazione della lingua sul palato; la semplificazione di gruppi consonantici (ad esempio dire “Tella” invece di “Stella”) oppure la sostituzione di alcuni suoni con suoni più semplici (“datto” invece di “gatto” oppure “tane” invece di “cane”).
Queste difficoltà sono normali quando si sta acquisendo il linguaggio, cioè prima dei 3-4 anni, ma possono diventare un problema quando persistono in un bambino più grande.
Una difficoltà con il “language” potrebbe manifestarsi con una difficoltà del bambino di comprendere comandi semplici, un vocabolario ristretto oppure una costruzione grammaticale disordinata (per esempio dire “Gioca parco vado io” invece di “Io vado a giocare al parco”).
Similmente alla difficoltà nello speech, errori del genere sono tipici di bambini più piccoli, ma possono essere considerati un campanello d’allarme per bambini più grandi di 4-5 anni.
Quali sono i tipi di linguaggio affetti?
Il linguaggio si divide in due sottocategorie: linguaggio ricettivo e linguaggio espressivo.
Il linguaggio ricettivo (o comprensione) è l’abilità di capire ciò che viene detto. Questa abilità è influenzata da abilità cognitive quali l’attenzione, la memoria e l’elaborazione uditiva.
Il linguaggio espressivo (o uso) è l’abilità di esprimere i propri pensieri, bisogni e interessi.
Per permettere al linguaggio espressivo di comparire, è necessario un linguaggio ricettivo forte. Ogni bambino sviluppa prima il linguaggio ricettivo, ed è solo quando è in grado di comprendere un concetto che sarà capace di esprimerlo.
Come posso riconoscere un disturbo del linguaggio?
Lo sviluppo linguistico di un bambino ha differenti tappe, che avvengono più o meno nello stesso momento per tutti i bambini. Alcuni bambini potrebbero accedere a queste tappe leggermente in ritardo ma col tempo recuperare senza ulteriori problemi (i cosiddetti “parlatori tardivi”).
Altri bambini potrebbero portarsi questo ritardo negli anni, il che influirebbe con altre abilità, come la lettura e la scrittura.
Ecco alcuni campanelli d’allarme per le varie età:
- 5/10 mesi, il bambino non “gioca con i suoni”, cioè non produce lallazione (per esempio “Ma-ma-ma” o “Ba-ba-ba”)
- 9-14 mesi, il bambino non utilizza gesti come indicare, mostrare, oppure fare ciao, telefonare ecc.
- 18 mesi, il bambino non utilizza nessuna parola o utilizza meno di 10 parole
- 24 mesi, il bambino utilizza meno di 50 parole è non combina ancora due parole per formare frasi.
A volte però è molto complicato distinguere un parlatore tardivo da un bambino con disturbo di linguaggio. Il consiglio che mi sento di dare è quello di utilizzare giochi e metodi per supportare lo sviluppo del linguaggio in entrambi i casi, dato che in entrambi i casi il supporto è benefico.
Se sei preoccupato per lo sviluppo linguistico del tuo bambino, o hai riconosciuto qualche campanello di allarme in questo articolo e vorresti saperne di più, puoi usare questo quiz di autovalutazione del linguaggio.