Cos’è la Comunicazione Aumentativa e Alternativa?

 

Comunicare non è sempre facile, anzi. Come sto cercando di esprimere con i miei video e i miei social media, ci sono determinate condizioni che rendono il linguaggio particolarmente difficile.

Ci sono casi in cui bambini, o anche adulti, fanno fatica ad accedere alla comunicazione verbale, cioè ad esprimersi con le parole. Che sia per un disturbo del linguaggio, dello sviluppo oppure fisico.

In questi casi, negli anni si sono sviluppati tantissimi sistemi per permettere la comunicazione anche in assenza di parole.

Sto parlando della Comunicazione Aumentativa e Alternativa, o CAA.

 

Che vuol dire CAA?

La comunicazione aumentativa e alternativa è un insieme di strategie che possono migliorare la comunicazione di tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare il linguaggio verbale.

  • Si definisce Aumentativa, perché mira ad espandere le capacità comunicative tramite tutte le modalità e i canali a disposizione.
  • Si definisce Alternativa per intendere tutto quello che è alternativo al linguaggio verbale (le parole), cioè segni, figure, fotografie, simboli ecc.

Dunque, la CAA non vuole sostituire il linguaggio verbale: al contrario, essendo aumentativa, la CAA prevede la presenza simultanea di uno strumento alternativo e del linguaggio verbale, accompagnato al simbolo tramite il supporto del partner comunicativo (il genitore, il terapista, l’insegnante) che pronuncia la parola ad alta voce.

Attraverso questo metodo di ripetizione della parola, il bambino potrà associarla al simbolo e col tempo potrà produrre la parola anziché il simbolo.

Uno dei più noti strumenti di CAA conosciuti è forse il sistema scrittura in simboli, che in paesi anglofoni è chiamato PECS (Picture Exchange Communication System).

Nel caso di bambini con difficoltà di comunicazione gravi, come disturbo del linguaggio, dello sviluppo o dello spettro autistico, il sistema PECS è in grado di sviluppare le abilità di comunicazione, perché attraverso la terapia logopedica si permette al bambino di avere innanzitutto il desiderio di comunicare, successivamente qualcosa da comunicare, la possibilità di comunicare con partner abili e informati e, infine, gli strumenti adatti per portare avanti la comunicazione.

Per questo motivo, l’intervento di Comunicazione Aumentativa Alternativa non richiede alcun prerequisito, oltre all’intenzione del bambino di creare scambi comunicativi.

Questa intenzionalità comunicativa è la base sulla quale poter sviluppare i vari livelli della comunicazione, dai livelli più basilari (comunicare bisogni primari) a livelli avanzati (esprimere una scelta, una preferenza, condividere un interesse).

L’intervento di Comunicazione Aumentativa consente di autodeterminarsi e di agire sull’ambiente.

Inoltre, la possibilità di esprimere i propri pensieri o desideri, limita la  frustrazione legata all’impossibilità di farsi capire, riducendo anche in maniera proporzionale lo stress e il presentarsi di comportamenti problematici.

È necessario quindi che l’ambiente e i partner comunicativi che affiancano la persona con bisogni comunicativi complessi siano estremamente accoglienti e informati, e aderiscano anch’essi alla CAA.

L’intervento di CAA non può rimanere infatti limitato alle poche ore di riabilitazione settimanali. Nella vita della persona con bisogni comunicativi complessi, la CAA deve toccare i vari ambiti della quotidianità.

Per questo, il ruolo della famiglia è fondamentale: per essere davvero efficace, la CAA deve potere coinvolgere tutto l’ambiente circostante, compresi gli ambienti meno familiari, quali la scuola, gli ambienti ricreativi, fino a toccare i luoghi pubblici e di incontro dell’intera società. Infatti, l’intervento di CAA ha un forte potenziale in un soggetto solo se l’intera rete collabora e partecipa a questo tipo di comunicazione.

Grazie al mio Parent Coaching, è possibile accedere a maggiori informazioni con le quali iniziare un intervento di CAA a casa con il tuo bambino.

Per maggiori informazioni, non esitare a contattarmi qui!